L’autoclave è un impianto che ha il compito di far aumentare la pressione dell’acqua potabile, in modo tale che sia superiore a quella presente all’interno della distribuzione locale. Così, per esempio, anche coloro che abitano ai piani alti di un palazzo possono soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero di acqua.
Questo tipo di impianto è caratterizzato dalla presenza di serbatoi chiusi, che al loro interno contengono aria in pressione. La pompa elettrica, una volta accesa, invia l’acqua in modo tale da farla entrare nel serbatoio. In questa fase l’aria presente viene compressa, incrementando notevolmente la pressione. Nel momento in cui viene raggiunta la pressione massima standardizzata, la pompa elettrica si spegne in modo automatico.
Tutte le volte che viene aperto un rubinetto collegato con il serbatoio, il volume dell’aria compressa tende ad incrementarsi, determinando anche una lieve riduzione della pressione. Qualche istante dopo fuoriesce l’acqua dal rubinetto. Se la pressione raggiunge il valore minimo fissato in sede di taratura, la pompa viene accesa di nuovo e il ciclo si riavvia. Gli impianti di autoclave di ultima generazione sono dotati di una membrana elastica che sostituisce l’aria compressa, consentendo la realizzazione di serbatoi di piccole dimensioni.
Il serbatoio è un serbatoio che consente lo stoccaggio dell’acqua in pressione.
I serbatoi in polietilene rappresentano, tra le varie tipologie di recipienti atti a stoccare i liquidi, la soluzione senza dubbio più conveniente e funzionale. Questi serbatoi consentono l’accumulo di acqua potabile e non, utile tanto al consumo domestico quanto ad impieghi di tipo più specifico, in particolare per l’irrigazione.
Il polietilene, utilizzato nella realizzazione di questi serbatoi, viene definito ad “alta densità”, in quanto ha la capacità di resistere a livelli di pressione dell’acqua piuttosto elevati: proprio in ragione di questa sua peculiarità il polietilene è fuor di dubbio il materiale che oramai è più comunemente usato nella realizzazione dei recipienti di raccolta. Naturalmente le ragioni per cui si può rendere necessario l’utilizzo di un serbatoio sono molteplici, non ultima quella relativa allo stoccaggio dell’acqua piovana: nel contesto irriguo (in particolare in zone ad alta piovosità) questa prassi può rivelarsi una utilissima strategia per risparmiare denaro evitando di utilizzare l’acqua corrente. In questi casi al serbatoio si collega una pompa che ha il compito (mediante tubazioni, sprinkler o tubi in gomma) di rilanciare l’acqua.